Se qualcuno ha dubbi sul fatto che la nostra città sia malata di ideologia, pensi al caso della statua ‘Dal latte materno veniamo‘ destinata ad essere esposta in piazza Duse. L’opera – generosamente donata dalla famiglia dell’autrice Vera Omodeo, scomparsa l’anno scorso – piace al Sindaco e all’assessore alla Cultura, a buona parte della maggioranza che li sostiene e pure all’opposizione di destra.
Il veto della commissione tecnica
È stata realizzata da una donna e raffigura una donna. Quindi rientra nell’obiettivo di rispettare la parità di genere anche negli spazi pubblici, già applicata da tempo nella toponomastica per le nuove intitolazioni. Tutto bene quindi? Eh no, perché sulla scultura si è abbattuto il veto da una commissione tecnica che dal 2015 è chiamata ad esprimersi in casi di questo tipo. Non basta l’opinione di chi viene eletto dai cittadini a Milano, eh no…
Secondo questi signori (e signore) la statua “rappresenta valori rispettabili, ma non universalmente condivisibili da tutti“. E quindi, secondo loro, meglio metterla “in un istituto privato all’interno del quale sia maggiormente valorizzato il tema della maternità, qui espresso con sfumature squisitamente religiose”.
Il cortocircuito ideologico
Forse sbaglio io, ma credevo che pure le mamme atee o agnostiche allattassero i propri figli.
Io prenderò ripetizioni di anatomia, mentre Palazzo Marino – come se in città non ci fossero altre questioni sulle quali lavorare – valuterà la situazione, una nuova location per posizionare il bronzo e nominerà una nuova team di esperti che dirà la sua! Un cortocircuito paradossale!
E poi ci si stupisce che ci vogliano mesi per riparare una buca sull’asfalto. Noi pensiamo sia solo cattiva amministrazione, invece evidentemente esiste un oscuro gruppo di speleologi progressisti che studiano ogni caso prima che si possa procedere. Ecco svelato l’arcano…
Lascia un commento